Spesso quando si parla di backup i professionisti rispondono: "ho un hard disk esterno".
Questo, purtroppo, non significa granché. Cosa significa in realtà avere un hard disk esterno, ad esempio, per un professionista? Nella maggior parte dei casi significa memorizzare in esso l'archivio dei propri lavori da utilizzare, in caso di bisogno, anche su dispositivi differenti dal proprio elaboratore (ad esempio per consegnare un lavoro ad un cliente).
Una situazione del genere è molto frequente tra grafici freelance e videomaker: spesso l'hard disk interno del pc non è sufficiente a contenere tutti i lavori e si tende ad utilizzare un hard disk esterno come archivio.
A livello di gestione dei dati è una delle situazioni in assoluto più pericolose e vi spiego perché.
In primis avere i dati in un hard disk esterno non significa averne fatto il backup: se sull'hard disk risiede l'unica copia va da sé che non c'è alcun backup dei dati.
Inoltre un hard disk esterno, rispetto a quello interno al pc, è maggiormente esposto a rischi di danneggiamento. Gli hard disk interni sono protetti dallo chassis del pc stesso, mentre quelli esterni no e data la loro dimensione, sono più soggetti a rischi di cadute, urti, pressione. Gli hard disk esterni hanno parti che possono subire delle forzature e rompersi: si pensi al connettore usb, soprattutto a quello dal lato del disco stesso.
Infine, si tende a credere che l'hard disk esterno sia un oggetto "eterno". Mi è capitato di vedere dei vecchissimi hard disk ancora in uso, simili a dei residuati bellici. Ed in essi l'unica copia di lavori storici.
Ecco quindi tanti motivi che dovrebbero spingere i piccoli professionisti a non affidarsi troppo a questa tipologia di dispositivi per conservare il proprio lavoro. Un hard disk esterno è molto utile come dispositivo di trasporto dati, non come dispositivo di conservazione dei dati.
E' molto più utile, se pur non proprio ortodosso, utilizzare un hard disk esterno come archivio di backup dei dati che risiedono nell'hard disk principale del pc. Non si tratta della situazione ideale poichè, in molti casi (si pensi ad un notebook) l'hard disk potrebbe non essere collegato al pc (e quindi il backup non viene aggiornato). Inoltre, vi è sempre il rischio legato a cryptovirus/ransomware (un hard disk collegato ad un pc viene compromesso alla stregua del pc stesso). Infine, in caso di furto o danneggiamento da fattori esterni (incendio, allagamento etc) l'hard disk esterno subisce gli stessi danni (spesso irreparabili) a cui è soggetto il pc dove è collegato.
In Conclusione:
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Mai usare un hard disk esterno come unico archivio dei propri dati: assicurarsi, in questi casi, di avere copie di backup!
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Prediligere dischi a stato solido di ultima generazione agli hard disk classici: gli ssd non hanno parti meccaniche in movimento e, oltre ad essere più veloci, sono meno soggetti a danneggiamenti fisici.
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Usare hard disk esterni come strumento di backup con molta attenzione: occorre ricordarsi di collegare l'hard disk durante il processo di copia e scollegarlo alla fine, in modo da minimizzare i rischi.
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Adottare sistemi di backup più evoluti (NAS, copie in cloud) ed utilizzare hard disk portatili solo come archivio di backup di emergenza.